Da oggi, lunedì primo marzo, la Sardegna diventa ufficialmente la prima regione in Italia a essere “Zona Bianca” con l’RT che si aggira intorno allo 0,68 (il più basso della penisola) e, con questo nuovo cambiamento di “colore”, è arrivata nella notte anche l’ordinanza con tutte le nuove disposizioni.
Il primo cambiamento riguarda il coprifuoco che non è più fissato dalle 22 alle 5 del mattino ma slitta alle 23:30 come anche la chiusura dei ristoranti fissata non più per le 18 ma per le 23. I pub e i Bar potranno restare aperti, invece, fino alle ore 21.
Dopo una lunga chiusura potranno forse riaprire, ma solo con delle successive ordinanze che terranno conto dell’andamento dei contagi in questo primo periodo di zona bianca, anche le palestre, le scuole di danza (ma senza contatto), i musei e i luoghi della cultura e i centri commerciali anche nel fine settimana.
Ciò che non cambia è l’obbligo di tenere la mascherina anche all’aperto e di evitare qualsiasi tipo di assembramento mantenendo la giusta distanza di sicurezza, specialmente in luoghi pubblici come piazze, scuole, parchi, lungomare, vie e belvedere.
Questa nuova ordinanza e queste nuove disposizioni resteranno in vigore fino al 15 marzo, con un’eccezione per tutti quei luoghi dell’Isola che sono ancora in “zona rossa” a causa della circolazione della “variante inglese” del Covid-19 o di un alto numero di contagi e focolai.
Non si tratta, quindi, di un “liberi tutti”, ma di un parziale e prudente ritorno a un po’ di normalità, accolto con grande speranza soprattutto dai ristoratori e da tutte quelle categorie di lavoratori che hanno visto le loro attività fortemente limitate a causa delle misure restrittive precedenti. Non bisogna, dunque, abbassare la guardia, ma questo nuovo candido colore indubbiamente rappresenta una grande speranza per tutti, che dobbiamo, quindi, saper preservare.
Letizia Luciano
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